Correva l’anno 2008 quando, nonostante le forze politiche all’epoca in carica continuassero ad affermare il benessere economico del Paese, erano evidenti i segni di una profonda crisi economica che dagli States si era poi propagata in tutta Europa, compresa l’Italia.
Ristoranti pieni e luoghi turistici affollati: queste erano le frasi che ridondavano nella mente dei tanti italiani che però, al contrario di quanto sentivano dire, già cominciavano ad accusare i primi segnali di una recessione destinata inesorabilmente a peggiorare.
Migliaia di laureati disoccupati, sottopagati oppure costretti ad andarsene all’estero per trovare un buon posto di lavoro e decentemente retribuito; pensionati in grosse difficoltà, PIL ai minimi storici e spread alle stelle. Ma cosa ha generato la grave crisi che da oltre 10 anni devasta l’Italia?
Tra governi sbagliati e politiche decisamente poco efficienti, vediamo come si è atteggiata la crisi economica italiana degli ultimi anni.
Le origini della crisi economica italiana
Tutto ebbe inizio nell’agosto 2008, anche se i primi segni iniziarono ad essere evidenti già a partire dal 2006, quando il comparto statunitense dei mutui subprime è entrato definitivamente in crisi provocando il fallimento di moltissimi istituti di credito.
I mutui subprime non sono altro che dei crediti ad alto rischio finanziario concessi da banche e istituti di credito a clienti a forte rischio di default e con un bassissimo tasso di solvibilità.
Si parlò di speculazione finanziaria proprio perché le banche concedevano questi mutui, a persone che altrimenti sarebbero rimaste escluse dall’accesso al credito, applicando però dei tassi d’interesse decisamente alti.
La conseguente insolvenza di gran parte di questi mutui ha portato al fallimento e alla bancarotta di molti dei più noti istituti di credito americani.
Lehman Brothers per prima e a seguire anche Goldman Sachs e Morgan Stanley, dichiarando fallimento, fecero flettere considerevolmente tutti gli indici borsistici mondiali portandoli in pochi giorni agli stessi livelli della fine del XX secolo.
L’Italia fu uno degli Stati direttamente meno colpiti dalla crisi statunitense, anche perché le banche italiane erano poco internazionalizzate e avevano in portafoglio una modesta quantità di titoli tossici. Allora, a cosa fu dovuta la crisi in Italia? I periodi di recessione e di stagnazione dell’economia italiana furono sostanzialmente dovuti ai rapporti commerciali, nello specifico le esportazioni, con gli altri Paesi europei direttamente colpiti. La riduzione delle esportazioni, soprattutto nel settore manifatturiero, ha portato il PIL italiano a registrare i suoi minimi storici nel 2009, scendendo al – 5,5%.
Dopo aver toccato il fondo, l’Italia in questi anni ha alternato periodi di recessione a periodi di stagnazione, ma cosa dobbiamo aspettarci adesso?
La crisi economica italiana oggi
“La nuova crisi economica italiana è solo questione di tempo”: queste sono le valutazioni fatte dalle principali agenzie di rating solo il 26 aprile scorso, quando ancora molte delle situazioni che si stanno per verificare venivano allora solo pronosticate come ad esempio la possibile caduta del Governo.
Il 15 agosto il Ministro dell’Interno ha infatti aperto una crisi di Governo che ha gettato nella più assoluta incertezza il Paese, mossa questa che ha causato l’aumento dello spread ma soprattutto che porterà, se non si trova immediatamente una soluzione, all’aumento dell’Iva al 25% e alla fine della tregua con Bruxelles raggiunta a dicembre, quando l’Italia scongiurò una procedura per violazione sul debito promettendo un deficit al 2,04% (ora rivisto al 2,4%).
Insomma sembra proprio che una nuova e profonda crisi economica italiana sia solo una questione di tempo.
Cosa accadrà? Ai posteri l’ardua sentenza.