Un’economia che va a rilento
Nel breve periodo le previsioni sono tutt’altro che rosee per l’economia italiana. Secondo le statistiche Istat infatti la produzione industriale e di conseguenza anche gli ordini alle imprese hanno subito un rallentamento dovuto in parte all’incertezza degli scambi a livello internazionale penalizzati dal prolungarsi delle tensioni commerciali a causa dei dazi. I dati parlano di una flessione, nel mese di giugno, dello 0,2% rispetto a maggio e dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.
Anche le agenzie di rating come Standard&Poor con i loro pareri hanno sostanzialmente confermato il clima negativo che gravita intorno all’Italia, che pur mantenendo la sua valutazione a bbb ha prospettive future tendenti al peggioramento piuttosto che alla stabilità. Il vero problema italiano si chiama debito pubblico arrivato a livelli record e preoccupanti del 129% del Pil e pari a 425 miliardi di euro.
Presente e futuro: tra incertezze e opportunità
Questo significa che ogni anno l’Italia è obbligata a emettere titoli di stato di pari valore per potersi sorreggere e l’operazione resta sostenibile se il famoso spread non cresce, lasciando come ora interessi bassi e quindi a livelli sopportabili. Ma non basta, perché i titoli devono risultare appetibili, devono cioè avere dei compratori disposti ad acquistare e se il Paese che li emette perde il suo appeal conseguentemente le sue aste vengono disertate dai grandi investitori.
Il futuro nel breve periodo non conduce all’ottimismo, soprattutto considerando che l’attuale Governo sembra aver invertito la rotta di quelli che l’hanno preceduto molto più impegnati al risanamento del debito pubblico.
Ma allungando lo sguardo verso orizzonti più lontani il futuro dell’Italia sarà contraddistinto da altre caratteristiche e nuove opportunità.
Economia pulita: vantaggi e benefici
Nascite ai minimi storici e calo dell’immigrazione porteranno nel prossimo ventennio il Paese a essere tra i più vecchi di tutto il mondo, con conseguente disagio per pensioni e sanità. Una popolazione più vecchia volerà e viaggerà di meno e stando più a casa è naturale aspettarsi una crescita dei consumi energetici, anche se questo aspetto potrebbe avere un impatto non così negativo grazie all’efficienza tecnologica e alle nuove risorse.
È questo l’altro grande aspetto da tenere in considerazione per gli investimenti futuri, un’Italia sempre più green ed ecosostenibile, che già oggi pesa quasi il 2,5% sul Pil, arriverà a creare moltissimi posti di lavoro da qui a 5 anni.
Più di quelli che ha procurato la macchina del digitale, più delle industrie che si occupano di benessere e salute. L’economia pulita sta generando una vera e propria rivoluzione, sia in termini di strutture che di competenze.
Una maggiore attenzione agli effetti controproducenti connessi al cambiamento climatico potrebbe inoltre far risparmiare milioni di euro con un impatto sul Pil di quasi il 5%.
Visione a lungo raggio per un solido futuro
Per raggiungere tali obiettivi è importante che il futuro venga costruito con lungimiranza e attenzione. La direzione è quella suggerita dall’Industria 4.0 dove intelligenza artificiale e competenze ne rappresentano i capisaldi.
L’economia non deve cercare risposte con visioni a corto raggio, di pochi mesi, ma avere la capacità di costruire le basi per un solido futuro.
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